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La caduta: un viaggio verso l’uomo
Ho scelto di parlare dell’angelo caduto, un tema controverso e sorprendentemente
attuale al quale mi sono avvicinato negli ultimi anni. La caduta non è un evento casuale imputabile a fattori esterni, ma un fatto interiore, una scelta consapevole. Cadere significa decidere di lasciarsi andare, significa rinunciare alle proprie ali per potersi spingere oltre il proprio limite. Per questo, la figura dell’angelo caduto non può essere ridotta a un immagine di depravazione e corruzione ma diventa anzi un simbolo di evoluzione. L’angelo cade perché comprende che la caduta è un processo necessario per il superamento di sé. La caduta corrisponde all’avvio di un processo di metamorfosi in cui l’io si scopre insufficiente e tenta di varcare i propri confini. Siamo abituati ad associare l’evoluzione a un moto ascensionale, per questo forse la caduta almeno nella nostra cultura ha assunto una connotazione negativa. E in effetti la caduta implica il rifiuto del dono, il rifiuto delle proprie ali e il rifiuto della vita stessa. L’angelo rinnega la propria natura, perché comprende che senza la caduta non può esservi alcun volo. Cadere non è una cosa per tutti, cadere significa essere pronti a lasciare andare ogni cosa, significa essere disposti ad annientarsi, a liberarsi delle proprie radici, essere disposti a cancellare in sé ogni traccia divina. La caduta è il disperato tentativo di staccarsi di dosso ciò che siamo stati per essere finalmente liberi d’essere ciò che siamo. Un urlo che squarcia i cieli e si schianta nella terra, un’anima che trova la luce nel contatto con la terra e con la materia, e che nell’incarnazione riscopre nuova vita. La vita in un corpo che qui si fa scultura. Un corpo che tenta di accogliere in sé tutto ciò che lo anima e lo attraversa, frammenti che vivono di un’energia potente e incontenibile che mette a dura prova la carne. Un corpo che si lacera, che accoglie e rinnega la propria forma, un corpo che vive in ogni istante la propria morte e la propria rinascita in una metamorfosi eterna.
“Mi sembrò non tanto una caduta quanto, piuttosto, un’ascensione stranamente oscura
in una lontana e trascurata regione celeste…”
Lou Andreas Salomè
group
2024
arte nel parco, municipio 7, milano
2023
arte nel parco, municipio 7, milano
BIO
Marco Dotti was born in 1997 in Milan, where he lives and works. He attended art high school and later enrolled in the Faculty of Sculpture at the Brera Academy. After receiving his bachelor's degree, he had the opportunity to learn about a new way of experiencing sculpture, thanks to meeting the sculptor Mauro Baldessari and his works. Dotti's work is characterized by a feeling of immersion, where the sculpture seems to come to life, as if the artist were embodied in the material itself. Each trace left on the surface of the clay is not just decoration, but a testimony to a profound action that involves both the body and the soul of the artist. Sometimes, through the gestures, images, words or sounds emerge which are not the artist's own, but which seem to come from other dimensions, like echoes of other worlds seeking a way to come to light. In this process, sculpture becomes a conduit for a transcendental experience, where the boundary between self and work becomes increasingly blurred, leaving space for a new form of artistic communication.
young art hunters association ets
via bramante 13 20154 milan
97890630151
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