

YAH ARTIST SINCE 2025
La caduta: un viaggio verso l’uomo
Ho scelto di parlare dell’angelo caduto, un tema controverso e sorprendentemente
attuale al quale mi sono avvicinato negli ultimi anni. La caduta non è un evento casuale imputabile a fattori esterni, ma un fatto interiore, una scelta consapevole. Cadere significa decidere di lasciarsi andare, significa rinunciare alle proprie ali per potersi spingere oltre il proprio limite. Per questo, la figura dell’angelo caduto non può essere ridotta a un immagine di depravazione e corruzione ma diventa anzi un simbolo di evoluzione. L’angelo cade perché comprende che la caduta è un processo necessario per il superamento di sé. La caduta corrisponde all’avvio di un processo di metamorfosi in cui l’io si scopre insufficiente e tenta di varcare i propri confini. Siamo abituati ad associare l’evoluzione a un moto ascensionale, per questo forse la caduta almeno nella nostra cultura ha assunto una connotazione negativa. E in effetti la caduta implica il rifiuto del dono, il rifiuto delle proprie ali e il rifiuto della vita stessa. L’angelo rinnega la propria natura, perché comprende che senza la caduta non può esservi alcun volo. Cadere non è una cosa per tutti, cadere significa essere pronti a lasciare andare ogni cosa, significa essere disposti ad annientarsi, a liberarsi delle proprie radici, essere disposti a cancellare in sé ogni traccia divina. La caduta è il disperato tentativo di staccarsi di dosso ciò che siamo stati per essere finalmente liberi d’essere ciò che siamo. Un urlo che squarcia i cieli e si schianta nella terra, un’anima che trova la luce nel contatto con la terra e con la materia, e che nell’incarnazione riscopre nuova vita. La vita in un corpo che qui si fa scultura. Un corpo che tenta di accogliere in sé tutto ciò che lo anima e lo attraversa, frammenti che vivono di un’energia potente e incontenibile che mette a dura prova la carne. Un corpo che si lacera, che accoglie e rinnega la propria forma, un corpo che vive in ogni istante la propria morte e la propria rinascita in una metamorfosi eterna.
“Mi sembrò non tanto una caduta quanto, piuttosto, un’ascensione stranamente oscura
in una lontana e trascurata regione celeste…”
Lou Andreas Salomè
group
2024
arte nel parco, municipio 7, milano
2023
arte nel parco, municipio 7, milano
BIO
Marco Dotti è nato nel 1997 a Milano, dove vive e lavora alle sue sculture. Ha frequentato il liceo artistico e successivamente si è iscritto alla Facoltà di Scultura all’Accademia di Brera. Dopo aver conseguito la laurea triennale, ha avuto l’opportunità di conoscere un nuovo modo di vivere la scultura, grazie all’incontro con lo scultore Mauro Baldessari e le sue opere. Il lavoro di Dotti si caratterizza per una sensazione di immersione, dove la scultura sembra prendere vita, come se l’artista si incarnasse nel materiale stesso. Ogni traccia lasciata sulla superficie della creta non è solo decorazione, ma una testimonianza di un’azione profonda che coinvolge sia il corpo che l’anima dell’artista. Talvolta, attraverso i gesti, emergono immagini, parole o suoni che non appartengono all’artista, ma che sembrano provenire da altre dimensioni, come echi di altri mondi che cercano una via per venire alla luce. In questo processo, la scultura diventa un canale per un’esperienza trascendentale, dove il confine tra sé e l’opera diventa sempre più sfumato, lasciando spazio a una nuova forma di comunicazione artistica.
young art hunters associazione ets
via bramante 13 20154 milano
97890630151
report
report