‘Kalanka’ è una mostra d’arte dedicata al colore. Uno studio, non solo un’esposizione, che mette in comunicazione due tipi di arte diversi, la fotografia e la poesia. Irene Vesentini, giovane promessa della fotografia e Radice, poetessa emergente, entrambe vincitrici dell’ultima edizione del concorso d’arte ‘Illustrami 4’ vi accompagneranno in un viaggio, dove scatti e parole si fonderanno insieme creando una visione introspettiva e contemporanea attraverso un arcobaleno di tinte.
In custodia la luce
Porto nel taschino
un carillon con la tua voce
e arpeggi di violino.
Lo lascio suonare
per le vie del mercato
nei giorni di festa
di tintinnio di denari
ambulanti volgari
e fanciulle tristi.
Vorrei che mi portassi via
nella tua stanza di carezze e tepore
e non chiederò ma saprai:
spegnerai la luce,
accenderai una candela
e mi leggerai una favola.
poesia di Radice
Studio del giallo
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Studio dell’arancio
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Arabesco
Ho seguito l’offerta
del tuo respiro
alla mia pelle
disegnare arabeschi d’ambra
come mappe nautiche
sulle mie vene.
Soffiami addosso
bufera alle braci.
Quando mi guardi
è un carnevale di luci.
poesia di Radice
Il rosso sbiadendo perde se stesso
M’erano care
quelle spalle volte
che dai tuoi domini
m’escludevano lo sguardo.
Al di là fingevo
i miei sensi spersi
sulla tua bocca d’oppio,
il tuo petto
d’arenaria e rubini,
le infinite tempeste
che avresti dispensato
se ti fossi voltata,
una sola volta,
a darmi un bacio.
Ma io non credo più,
non vedo più
neppure col pensiero.
Tu non ti volti mai
e prima dea
ora sei
figurina di carta
poster sbiadito
al sole cocente
dei miei desideri insaziati.
Crepami Venere
come crepa il mondo
al profumo dei tuoi capelli.
ridai al mio cuore
una Musa da cantare.
poesia di Radice
Studio del rosso
Irene Vesentini
Fotografia
40x60cm
Studio del rosa – violetto
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Quel poco che so di amore e bellezza
Non lascerò alle brezze
sfiorarti ruvide le guance,
che ai tuoi occhi sfugga
quel che mi svelò di sé l’incanto.
Non saprò insegnarti
perché siamo al mondo
per chi sorga il sole,
per quale costume
ci affidano a un nome.
Non ho una risposta
che ti possa saziare
ma ti condurrò
dove per un po’
non sentirai la fame.
poesia di Radice
Oliveto
In quei giorni buoni
all’ulivo e rose bianche,
Chiusa
in un grembo materno
ginocchia aderenti al ventre,
cantano lodole al mio orecchio
e tutto sembra
più facile
e giusto.
M’ingentilisco.
Non ho più pietre
da scagliarmi contro.
Potessi indossarti,
rumore bianco,
quando cammino per il mondo
con la paura folle
di non trovare mai
la via che m’appartiene.
poesia di Radice
Studio del verde
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Studio dell’azzurro
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
La timidezza dei mosaici
Perché ci hai invetrati distanti
nel tuo elogio alla timidezza
Mosaicista
che fai scorrere i cieli
tra i miei e i suoi
frammenti di colore.
Siamo chiome d’albero
viste dal basso
arricciate nel timore
di perdere il sole
all’ombra di rami stranieri.
Paventato
all’idea della tua idea corrotta
condanni i nostri corpi
a un amore in potenza.
E nella voglia d’amarti
e nell’istinto a distruggermi
manderei a puttane
l’equilibrio sacro
che non mi fa spirare.
Mi farò bastare
la consolazione
che il mosaico è salvo
per il mio e il tuo pudore.
poesia di Radice
La notte buia dell’anima
Un passo falso
sul terreno molle di pioggia
e alla terra non serve
che spalancare le fauci
trascinarmi tra sterpi
nella selva dei suicidi
tra steli di rose spinose
senza fiore
dove l’umore blu cola
come colore solido
sulle pareti
trascinando con sé
il senso di tempo
spazio e azione.
E come il Diavolo
non partorisco
che feti informi
d’acciaio e ghiaccio.
Quanto vorrei
non scrivere questi versi,
non sapere
che l’inferno non è rosso.
Saluto i primi bagliori
fossero sguardo di Dio
che mi riportano alla vita,
sacro santo elenco
di cose da fare
in cui il più bravo
sarebbe
chi non spunta tutte le voci.
poesia di Radice
Studio del blu
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Studio del bianco
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Orientarsi
c’è un sottile Paravento in me
che ritrovo ogniqualvolta
il giocoliere confonde
i punti cardinali
quanto è complicato
ripartire daccapo
seminare briciole
stendere fili rossi
quando vorresti
fossero cime di montagne immortali
a guidarti il passo
poesia di Radice
Stanza cieca
Ascolto i tuoi singhiozzi
al di là di queste mura
addorsata
a quella maledetta stanza
senza porte.
Fossi almeno fantasma
per dirti
anche solo una parola
che non sia di conforto
neppure a me
offrirei agli dèi
in sacrificio
la terra
purché mi trasformino
in una cura.
poesia di Radice
Studio del nero
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Studio del negativo
Irene Vesentini
Fotografia
60x40cm
Senza il colore, principio ordinatore
Mandorlo acerbi
insolenze avorio scossi
mitigando camelie
il quiescenza
attributo fatale
l’apostrofo con foga
[Senza il colore,
la poesia è corpo morto]