Biografia
Radice, all’anagrafe Elena Brambilla, nasce a Monza sul finire dell’autunno del ’95.
Nonostante stia per concludere gli studi universitari in Lettere moderne, alla metrica e alle regole ha sempre
preferito l’universo libero della scrittura creativa, slegata da ogni vincolo e affamata solo di immagini,
riflessioni personali, associazioni libere ed emozioni prepotenti.
Sempre mossasi sui diversi piani che la parola scritta le concedeva, Radice ha iniziato sin dalla prima
adolescenza a scrivere testi di canzoni, racconti e poesie.
La poesia per lei ha una voce bitonale: da una parte vuole farsi sentire come un pugno nello stomaco e
dall’altra è silenziosa come le stelle e cela costellazioni di segreti che solo chi ha voglia di ascoltare scopre.
Attraverso un “tu” che in realtà gran parte delle volte cela una prima persona singolare, Radice nelle sue
poesie spesso dialoga con sé stessa, alla ricerca di quello spazio interiore sempre teso verso l’incorporeo
che tuttavia finisce col rimanere inevitabilmente sempre legato alla corporeità più cruda.
Esperienze Artistiche
Mostra Illustrami , Archimede 43 Milano, Dicembre 2019
Mostra Virtuale Illustrami 2, Bonsai Room, Maggio 2020
Mostra Virtuale Illustrami 3, Bonsai Room, Dicembre 2020
Poesie
‘Arena‘
Nel grande Colosseo di corallo,
dove è nocente perfino la terra,
ho svestito la corazza
per l’ultima lotta ad animo nudo.
Più le loro mascelle
saranno spalancate,
più canterò forte.
Più le loro bocche saliveranno,
più il mio canto sarà melodioso.
Li terrò lontano,
come fischiando
nei campi le bisce.
Roma non cadrà.
Poesia di Radice
‘Percezioni fisiche generate dalla mente’
Fossero solo negli abissi
quei predatori che mi rendono preda
incubi solidi fatti sterpi
che annullano il significato
di spazio tempo e azione
nuoterei sempre a pelo d’acqua
con il volto rivolto a forza al sole.
Eppure
spartito di sole pause
mi giungono evanescenti
le note di Chopin
che provi a farmi bere
come gocce per l’ansia
mentre vedo e non sento
la tua mano carezzarmi il capo.
“Soffoco”
Ogni mio impercepibile gesto
è destinato a spezzarmi.
Ma quanto dura questa notte?
Mente mia
silenziati.
Silenziati.
Poesia di Radice
‘Quasimodo, il “quasi uomo”‘
Tra le panche
e i candelabri spenti,
i raggi di menta e cobalto
delle vetrate di Notre Dame
finalmente in fiamme,
ballava
sotto gli sguardi misericordiosi
degli affreschi.
Sordo alla tecnica,
senza cura di tendini esposti
o salti sporchi,
fu in quell’istante,
l’unico umano mai realmente esistito.
Quando si librò in volo,
in un gran jetè senza corpo,
a seguito d’Esmeralda.